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Gay & Bisex

Lo strano incontro


di DannyNapo
10.07.2020    |    20.229    |    23 9.5
"Mi sono rassegnato ormai, morirò qui sui libri in solitaria”..."
In quel periodo stavo studiando come un matto per uno degli esami più difficili di tutta la triennale. Mi alzavo presto, velocemente mi preparavo e mi mettevo subito a studiare senza sosta fino ad ora di pranzo, per riattaccare subito dopo e chiudere i libri nel tardo pomeriggio.
È un venerdì mattina. Non ho assolutamente voglia di passare un’intera giornata sui libri, però il dovere chiama. Si fanno le 10:30 circa, quando ricevo un messaggio su WhatsApp. Leggo solo il nome. È Santi.
Apro la conversazione ed iniziamo a chiacchierare.
“Hey Dann”
“We Santi. Come va?”
“Bene. Sto lavorando, una rottura di coglioni. Te invece? Come va?”.
“Tu ti rompi i coglioni con il lavoro..io me li faccio quadrati a studiare”.
“Immaginavo stessi studiando. Cosa?”.
“Biologia molecolare. La morte!”.
“Ti aiuterei volentieri ma non so un cazzo di queste cose ahahahah.”
“Ahahahah figurati. Mi sono rassegnato ormai, morirò qui sui libri in solitaria”.
“Daiii non dire così. Tanto hai quasi completato. Gli ultimi sacrifici e poi..ti romperai le palle con la magistrale”
“Wow, che grande aiuto che mi dai. Ti sono riconoscente grazie!!!!”.
“Ahahahah. Provo a farti svagare un po' allora. Che ne dici se in questi giorni mi dai di nuovo una mano al computer?”. La faccina ammiccante è abbastanza eloquente.
“Aiutarti al pc? Penso di poterti concedere un po' del mio preziosissimo tempo. Ma quando ti occorrerebbe questo aiuto?”
“Guarda Milena oggi non c’è proprio a casa. È uscita stamattina per andare all’università e tornerà non prima delle 17:30/18:00. Per me potresti passare anche adesso, però starei lavorando quindi meglio di no ahahah. Nel pomeriggio ti va di passare?”.
“Pomeriggio? Si dai. Magari pranzo, riprendo un po' a studiare e per le 16:30 passo da te”.
“16:30??? Jaaaaa ma che dici?? Fai una cosa, pranza e vieni. Ti aspetto per le 14:30, massimo proprio le 15:00. Altrimenti non venire proprio. Lo considero un secco rifiuto”.
“Ahahahah mo fai anche l’offeso? Vabbè dai, vada per le 15:00. Almeno mi dai il tempo di pranzare”.
“Oooook, ti aspetto. A dopo”.
“A dopo Santi”.
“Ah fai una cosa. Metti un pantalone di tuta. Starai sicuramente più comodo”.
“Ah pure gli ordini ora dai? Mi cadi in basso proprio ahahah”.
“Eh fa u scem. A dopo, mi raccomando”.
Chiudo il telefono e riprendo a studiare. Per quel che riesco.
Arriva l’ora di pranzo. Sono le 14:00 e mangio velocemente. Si fanno le 14:30; mi vesto, seguendo il consiglio di Santi sull’indossare un pantalone di tuta, e scendo. Per le scale mando un messaggio a Santi “Ora sono sceso. Tempo di arrivare e sono giù da te”. La fortuna più grande, oltre all’aspetto fisico di Santi, è che lui e Milena vivono a poco più di una quindicina di minuti di macchina da casa mia, trovando traffico per strada. Altrimenti anche meno.
Arrivo giù al palazzo. Parcheggio e vado a bussare. Santi apre il portone ed io salgo. Arrivato davanti alla porta che trovo socchiusa. Busso ed entro. Trovo Santi in cucina, con la testa nel frigorifero da cui caccia due bottiglie di birra. Ci salutiamo e mi offre una delle bottiglie. Apriamo ed usciamo fuori al balcone a bere. Santi abita in un condominio che si affaccia sul mare. Non ci sono altri palazzi attorno e dal balcone si gode di una vista mozzafiato ed anche di una totale privacy.
“Mamma mia che vista. Dimentico sempre come è stare qua fuori”. Ci sediamo sul divanetto a due di vimini che si trova sotto al muro.
“Si sta una favola. E poi nessuno ti rompe le palle. Non ci sono vicini guardoni che si affacciano al balcone di fronte e spiano quello che fai”.
“Beh non è una cosa da poco. Non ti dico quanto siano rompicoglioni i miei vicini che si appostano fuori per guardare te mentre sistemi le piante o fai qualunque altro cazzo tuo”.
“No mado. Non riuscirei a stare così, litigherei con tutti quanti”.
“Vabbuò sei proprio esagerato”. Ridiamo di gusto e beviamo la birra.
“Ma poi sai, quando è possibile Milena si stende a prendere il sole qua. In topless o totalmente nuda. Quindi la privacy serve”, mi guarda ammiccando.
“A Milena pure piace trasgredire a quanto pare. E chi se lo aspettava”, rispondo a Santi sorseggiando dalla bottiglia.
“Fosse solo per questo. Ma lasciamo stare va, sennò..”, Santi ride.
Passiamo alcuni minuti a goderci la vista. Dal balcone si vede la strada, ma complice il tempo, non c’è assolutamente nessuno. Ma seppur ci fosse qualcuno, non riuscirebbe a sbirciare visto che siamo all’ultimo piano ed attorno la ringhiera c’è una copertura esterna.
Santi si alza e si appoggia alla ringhiera dandomi per qualche secondo le spalle. Noto che indossa un pantalone di tuta diverso da quello di alcuni giorni fa. Ma come l’altra volta, non indossa le mutande. È molto evidente questa mancanza. Santi si gira verso di me e mi guarda sorridendo.
“Allora? Che mano ti serve questa volta?”.
Santi mi guarda, accenna un sorriso e si morde il labbro. Inizia a massaggiarsi il cazzo. Torna a sedersi e con una mano si massaggia il cazzo e con l’altra inizia a toccare il mio.
“Visto? Non stai più comodo con la tuta? Non ti opprime come il jeans”.
“Si hai ragione. Ma non dovremmo andare dentro?”.
“Oltre a noi due vedi qualcun altro qui intorno? Nessuno ci guarda, possiamo stare tranquilli”. A quella parole, Santi si abbassa il pantalone facendolo scendere fino ai piedi. Inizia a segarsi ed il cazzo si ingrossa.
Infila una mano nei miei pantaloni e mi stringe il cazzo.
“Dai togliti i pantaloni anche tu. Nessuno ci disturberà”. Mi convinco e li tolgo.
Restiamo con la maglia addosso, mentre le nostre mani iniziamo a segare i cazzi l’uno dell’altro. Io e Santi ci guardiamo e ci mordiamo il labbro nello stesso momento. Quel gesto fa scattare qualcosa. Prendiamo a baciarci con passione. Le lingue si intrecciano mentre i cazzi si gonfiano.
Santi sega il mio cazzo stringendolo prepotentemente. Io passo dal segargli il cazzo a stringergli le palle, e quando gli stringo queste ultime lo sento ansimare, di leggero dolore e di piacere. Lui si stacca da me, mi guarda mordendosi forte il labbro inferiore. Sento la mano destra ancorarsi alla mia nuca.
Con forza Santi spinge la mia testa verso il suo cazzo in tiro. Apro la bocca ed accolgo la sua enorme cappella umida. Mantiene la mano dietro al collo ma non si impone, mi lascia libero di fare.
Io gli passo la lingua sulla cappella ed inizio a pomparlo. Salgo e scendo dalla punta fino alla base. Con la mano sinistra gli massaggio le palle mentre con la destra mi sego. Il cazzo mi diventa sempre più duro ad ogni secondo che passo a succhiare l’enorme bestia di Santi.
Stacco la bocca e continuo a segarlo con la mano sinistra. Sento che apprezza dai versi di approvazione. Ma quel trattamento non gli basta più. Mi ficca nuovamente il cazzo in bocca ed inizia a scoparmela. Aumenta sempre più la velocità, facendo sbattere letteralmente la cappella contro la parte posteriore del palato. Continua così per diverso tempo, fin quando non decidi che è sazio. Caccia il cazzo fuori ed io gli sputo sopra una grande quantità di saliva, inumidendolo ancora di più.
Adesso è il suo turno. Ancor prima che lo spinga, Santi si inginocchia davanti a me ed inizia a succhiarmi il cazzo. Lo sento salire e scendere lungo l’asta, regalandomi una fantastica sensazione. Penso alla situazione in cui mi trovo. Su un balcone, con la vista del mare mentre ricevo un pompino.
Santi si blocca in una sorta di risucchio sulla mia cappella, mentre con la mano destra mi sega prepotentemente. Inizio a gemere di piacere, ma si ferma poco dopo. Forse pensa che così mi farà venire subito. Riprende quindi a pomparmi il cazzo, alternando una generosa succhiata di palle.
Dopo un po' si alza e torna a sedersi di fianco a me, segandomi il cazzo. Io inizio a segare il suo.
Santi poi mi chiede “Dann ti andrebbe di fare qualche fotografia?”.
“Che fotografie vuoi fare?”.
“Dei nostri cazzi. Mettendoli vicino, l’uno contro l’altro. Secondo me sarebbe divertente”.
“Se vuoi mantenere una prova del fatto che il mio cazzo sia più piccolo del tuo, in modo da potermi sbeffeggiare in qualche modo, te lo puoi scordare”, gli rispondo scherzosamente.
“Ma no, che dici. È cosa così, per me”.
“Vabbè facciamo queste foto”.
Santi si alza e per un po' mi lascia da solo fuori al balcone, col cazzo in tiro. Torna con il cellulare in mano ed inizia a scattare delle fotografie. Prima ne scatta un paio singole per ciascuno dei cazzi, poi inizia a scattarne un paio a mò di selfie, senza mai riprendere i nostri volti.
Tra una foto ed un’altra continuiamo a segarci reciprocamente. E non manca qualche rapida succhiata.
Poi Santi si alza, poggia il telefono sul divano e si appoggia alla ringhiera. Da una rapida occhiata e si gira verso di me dicendomi “Vienimelo a succhiare in questa posizione”. Non me lo faccio ripetere due volte.
Mi alzo, mi inginocchio davanti a lui e lo prendo in bocca. Lui parte immediatamente a scoparmela. Mi tiene la testa ferma con entrambe le mani. Io tengo le mie mani sulle sue cosce. Ad ogni colpo lo sento godere. Va avanti, sempre più veloce, sempre più forte. Mi allontana la testa dal cazzo, dal quale cola copiosa la saliva. Poi mi fa alzare e mi fa appoggiare alla ringhiera, con le spalle rivolte verso il muro in modo che guardi il mare.
Inizia a mordermi il culo, mentre con le mani mi sega. Con la lingua lo sento arrivare fino al buco. Abbandona il cazzo e con le mani mi allarga le natiche. La lingua prima gira e rigira all’esterno, poi si fa largo all’interno. Mi mordo le labbra ed inizio a segarmi. Santi inizia a giocare con le dita nei pressi dell’ano. Le sento che si fanno strada all’interno. Sono due dita che mi scopano il culo. Santi procede molto lentamente, fino ad aumentare la velocità nel momento in cui sente che l’attrito si riduce.
Continua così per molto tempo. Vede e sente che la cosa mi procura piacere.
Santi toglie le dita e si alza. Io mi giro e ci scambiamo un lungo sguardo compiaciuto.
“Entriamo dentro? Penso che ci siamo divertiti abbastanza qui”, mi dice.
“Si entriamo”.
Santi recupera il cellulare dal divano e mi precede. Passiamo per il corridoio, ma non andiamo sul divano. Entriamo nella camera da letto. Santi mi fa stendere sul letto e lui si stende su di me. Iniziamo a baciarci mentre i nostri cazzi sfregano l’uno sull’altro.
“Ti va qualche altra foto?”.
“Ok”.
Le fotografie adesso sono più dirette. Mettiamo i cazzi l’uno sull’altro, di fianco, con le cappelle puntate l’una contro l’altra. Facciamo un vero e proprio “book del cazzo”. Diverse sono venute male, la foga ed il movimento non aiutano in queste situazioni. Altre sono davvero belle. Delle vere e proprie foto artistiche.
L’ultimo scatto è stato particolarmente eccitante. Eravamo l’uno di fronte all’altro con le gambe aperte. I nostri cazzi svettavano e strusciavano. Con un cenno d’intesa, Santi agguanta entrambi i cazzi con la sua mano destra ed inizia a segarli. Sempre più veloce, sempre più veloce. Entrambi gemiamo e godiamo.
“Mi sa tanto che stiamo venendo”, gli dico tra un gemito ed un altro.
Santi aumenta la velocità. Sento il cazzo esplodere. Ed ecco che arriva. Una schizzata copiosa che bagna entrambi i cazzi e la mano di Santi. Ma la mia non rimane una schizzata isolata. Anche il cazzo di Santo erutta fiotti di sperma che sporcano entrambi.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
“Forse questa dovevamo tenerla per ultima”, dice Santi.
“Potevamo divertirci un altro po'. Vabbè è andata”. Ridiamo di nuovo.
Ci alziamo e andiamo in bagno dove, viste le condizioni decidiamo di buttarci nell’ampia doccia che accoglie entrambi. Ci ripuliamo ed asciughiamo ma non ci rivestiamo. Esco dal bagno e vado in cucina a prendere un po' d’acqua.
Guardo l’orologio. Sono le 16:20.
Santi passa dal balconcino a recuperare le birre che avevamo lasciato fuori.
“Bello no?”, mi dice.
“A cosa ti riferisci?”.
“Al panorama ovviamente. Dove lo trovi un posto così per fare porcate”.
“Si non è affatto male. Immagino le scopate che vi siete fatti tu e Milena. Di giorno di notte. A qualunque ora, vero?”.
“Ci divertiamo molto. Il balcone ha il suo fascino”, mi fa l’occhiolino e ride.
“Sei un deficiente”, rido di gusto anche io. Poi gli dico “Ma ora cosa farai con quelle foto? Ti ci segherei qualche volta?”.
“In realtà avevo in mente un’altra cosa. Però solo se tu mi dici di si, altrimenti lascio stare”.
“Vai spara, fammi sentire la grande idea che hai avuto”.
“In verità l’altra sera, ho detto a Milena quello che abbiamo fatto mentre lei era scesa”.
Io divento paonazzo. Santi che racconta a Milena, la sua ragazza, che ha fatto un pompino ad un ragazzo e si è fatto anche venire in bocca. Impossibile. “Ma non ci credo proprio. No impossibile”.
“Ti dico di si. E lei è rimasta piacevolmente sorpresa. Ed infatti mi ha chiesto di fare queste foto. Quindi quello che ti chiedo e se per te è un problema che quando torna stasera gliele mostro. Lei sa che saresti venuto e che avremmo fatto qualcosa”.
Resto senza parole. Era una situazione davvero surreale. Ancor di più di quello che era stato fino a pochi istanti prima. “No vabbè mi stai prendendo per il culo. Ma non posso credere a sta cosa”.
Santi scuote la testa, “Non ti prendo in giro, è seria la cosa. Facciamo un patto. Io gliele mostro stasera quando torna. Se non ci credi ti faccio mandare un audio in cui ti dice che ne pensa. Ci stai?”.
Credo sia una gran cavolata, ma rispondo “Va bene, voglio vede proprio”.
Restiamo in silenzio per qualche minuto. Poi Santi mi dice “Ti va qualcosa da mangiare? Una merendina, biscotti, quello che vuoi”.
“No grazie Santi. Non ho proprio voglia di mangiare. Ho solo una gran sete”.
“Aspetta allora”, Santi si gira ed apre il frigo. Prende una brocca “Prendi un bel bicchiere di limonata. Ti disseta”.
Mi verso un bicchiere ed inizio a bere. Santi è di fronte a me, appoggiata al lavello della cucina. Completamente nudo ed in quella posizione si apprezza ancora di più il fisico ben piazzato che ha. Santi deve aver notato che lo guardo, poiché inizia a strusciarsi le mani addosso indugiando non poco sul cazzo, il quale si inizia lentamente a risvegliare.
Riguardo l’orologio, 16:40. Gli chiedo “A che ora hai detto che torna Milena?”.
Santi mi sorride e mi dice “Torna tra un’oretta come minimo. Ancora non mi ha scritto che ha finito. Abbiamo un altro po' di tempo se è questo che ti interessa sapere”.
Ricambio il sorriso e mi alzo andando ad inginocchiarmi davanti a lui. Gli riprendo il cazzo in bocca ed inizio a pomparlo. Lentamente sento che cresce nella mia bocca, fino a che non raggiunge le dimensioni che ormai conosco bene. Lo pompo, lo lecco. Santi geme di goduria. Mi guarda e mi dice “Stavolta andiamo direttamente nella comodità”. Mi fa alzare ed andiamo nuovamente sul letto, su cui è presente qualche piccola macchiolina del nostro precedente sfogo. Riprendo a succhiarglielo ma anche io voglio la mia parte. Mi giro e ci ritroviamo in un 69 contornato di goduria. Come nel primo incontro, Santi viola nuovamente il mio culo con le dita ed io decido di fare altrettanto. Non ho bisogno di fare particolarmente pressione, le mie dita entrano molto facilmente nel culo di Santi, il quale mi segue nel complesso di gemiti di goduria. Andiamo avanti per diverso tempo fino a che non veniamo nuovamente l’uno sul cazzo dell’altro.
Ci puliamo e laviamo, ma questa volta ci rivestiamo vista l’ora e visto che Milena ha scritto che sta andando a prendere il treno per rientrare.
Saluto Santi e vado a casa. Nel tragitto e per tutte le ore successive non faccio che pensare alle parole di Santi sulle fotografie da far vedere a Milena. Io continuo a non crederci.
Sono le 22:00 circa. Ricevo un messaggio da Santi. Non è un messaggio scritto, ma un audio. Lo apro, ma non posso credere a ciò che sento. È la voce di Milena, sembra quasi ansimare di piacere (forse sta scopando con Santi mentre registra il messaggio?): “Dann ho visto le foto che Santi ha scattato prima. Il tuo cazzo è davvero bello ed insieme fanno una bella accoppiata. In foto non sembrano male, ma vorrei vederli da vicino e in azione qualche volta. Spero che per te vada bene”.
Imbambolato da ciò che ho sentito, scrivo il messaggio di risposta “Sono contento che le foto ti siano piaciute. Guarda non ho alcun problema se li vuoi vedere da vicino. Dici a Santi che possiamo organizzare quando vuole”.
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